Vecchio Trombone

Commenti da bar nella blogosfera

mercoledì, agosto 02, 2006

Sopravvivere nella Milano di agosto

Ti rendi conto di esserti definitivamente imborghesito quando arriva l'estate e ti ritrovi da solo in città con moglie e figlia al mare.

Tu che fino a cinque anni fa pensavi di non sposarti proprio, tu che a vent'anni giuravi al mondo che avresti fatto la rivoluzione, tu che avevi chiesto ai tuoi amici di *spararti* se mai ti fosse venuto in mente di guadagnarti da vivere in giacca e cravatta.

Proprio tu ti ritrovi all'alba del 2 agosto con la tua Mercedes Station Wagon turbodiesel (turbo*diesel*!!!) arroventata dal sole malato di Milano. Hai il sedile posteriore ingombro di giocattoli, di elefanti a strisce ed enormi margherite che sorridono, e sei felice.

Sei felice, sì, però ti ritrovi ad affrontare Milano per le prime due settimane di agosto. Ormai la città è a mezzo regime, popolata di anziani con le loro badanti ucraine, forzati dell'ufficio come te e latino americani che organizzano mondiali paralleli di futbòl e grigliate al Bosco in Città.

I tuoi amici sono in ferie, quelli sposati in posti come Pinarella di Cervia o Laigueglia, quelli single a Cuba o Lanzarote; cinema e locali sono in disarmo, i ristoranti hanno mandato gli chef in ferie e se non stai attento rischi di beccarti un piatto di tagliatelle Fidel dell'Esselunga condito al 60% con acqua di cottura e al 40% con la passata di pomodoro sempre Fidel, che sei ancora lì a chiederti se il Lider Maximo lo sa di avere prestato il suo nome alla linea primo prezzo dell'Esselunga.

E ancora ancora, per mangiare te la cavi. Anni di vita da single ti sono quanto meno serviti a imparare a badare a te stesso. Certo, non hai mai imparato a stirare le camicie - e d'altra parte il livello di competenza richiesta trascende l'avere conseguito una laurea e un master - ma fortunatamente le polo sono tollerate a questa stagione.

Il vero problema è cosa fare dopo. L'intrattenimento risponde alla dura legge della domanda e dell'offerta e la domanda è per artisti ecuadoregni/brasiliani/guatemaltechi, ma a te Adriana Calcanhotto proprio non dà l'idea di essere l'erede di Caetano Veloso.

Il videonoleggio sotto casa è fornitissimo di improbabili commedie con sedicenni del mid-west americano come protagonisti, sulla televisione stendiamo un velo pietoso e gli unici bar aperti hanno ancora la carta moschicida che pende dal soffitto.

Alla fine che cosa resta? Aprirsi un blog. Ecco, il blog come ultimo rifugio dall'alienazione metropolitana nel mese di agosto.

Buone vacanze.

VT