Vecchio Trombone

Commenti da bar nella blogosfera

lunedì, novembre 20, 2006

Poste Italiaaane...

Sto aspettando un pacco dagli States che l'incauto mittente mi ha inviato attraverso le poste.

Innanzitutto noto che la globalizzazione ha portato un adeguamento degli standard verso il minimo comune denominatore.

Vittima di questa tendenza è una vera e propria icona, tra le più solide e rappresentative di quanto di buono hanno dato gli Stati Uniti al mondo. L'eroico postino - che sfida intemperie, catastrofi e cani mordaci per consegnare la posta puntuale - non è più: è stato sostituito da un call centre. Automatizzato.

Dopo 32 passaggi robotizzati, in cui aneli a essere messo in contatto con un essere umano, qualsiasi essere umano, finalmente il sistema ti fa parlare con una signora che stenta a comprendere l'inglese. Dopo 22 minuti al telefono con gli States, passati scandendo a voce alta il codice del mio pacco, finalmente riesco a capire che mi devo rivolgere alle poste del mio paese.

Il morale cala...

Chiamo il call centre delle poste italiane, qui i passaggi robotizzati sono solo 4, o meglio lo sarebbero se l'impiegato non mi notificasse che devo parlare con un/una suo/a collega. Gli chiedo - in verità con una speranza tenue - se me lo/la può passare lui, ma no: devo rifare il numero.

Rifaccio il numero, tre volte perché nel frattempo le linee sono intasate. Al quarto tentativo, finalmente mi risponde una ragazza, dell'apparente età di 14-15 anni (non so forse fa l'operatrice di call centre per accumulare crediti scolastici) che - anche simpaticamente, poverina - mi tiene 17 minuti e 24 secondi al telefono per dirmi che l'indirizzo di consegna è stato riportato in modo erroneo.

Bene, le dico che chiamo da Milano, le do il codice postale - inequivocabilmente di Milano città - e le detto l'indirizzo per esteso "Peter De Marchi, presso l'azienda XXXX, Via @òç###, xy 201zk, MILANO" e forte di queste informazioni la liceale mi chiede: "in quale città è l'indirizzo di consegna?" Comincio ad avere qualche dubbio...

Devo ripetere il mio nome *quattro* volte.
- "Come dice Pietro De Morzi?"
- No, *Peter*, come Peter Gabriel (come sarebbe "mai sentito?", vabbe'...), come *Peter Pan*, ecco...
- No, non De Morzi, DE MARCHI (ben scandito),
- "come? De Marzi?"
- NO, DE-MAR-CHI!,
- "Ah, De Marchi, e poteva dirlo subito".
- Sì, buonasera...

I dubbi a questo punto sono sempre più radicati.

A più riprese tento di dire alla ragazzina - veramente carina, stile "Chi è Tatiaaana!?" - che il pacco va consegnato a un'azienda. ("Sì, poi modifichiamo l'indirizzo..."), finché non mi informa trionfante che il pacco sarà consegnato nelle prossime 24-48 ore.

Le chiedo se ha indicato il nome dell'azienda. Risposta, sgomenta e divertita al contempo:
- "Ooohh, ora non posso più tornare indietro, ma ho messo l'indirizzo che mi ha dato lei."

Beh, non proprio, visto che ho cercato di dirti in tutti i modi di inserire il nome dell' *azienda*...

Insomma, rimango in trepida attesa di ricevere un pacco dalle poste, di qualsiasi paese.

Chissà perché ho l'impressione che non sarà così facile riceverlo.